L’INTERPRETAZIONE DEI FENOMENI FISICI: LA CULTURA GRECA, IL MEDIOEVO E GALILEO
I filosofi dell' antica Grecia (classica
VI secolo a.c.) furono tra i primi che cercarono di scoprire le cause dei
fenomeni naturali servendosi della ragione. I risultati che essi ottennero, nei
più svariati campi del sapere, stupiscono ancora oggi e non furono uguagliati
da nessun altro popolo del mondo antico. Ciò nonostante, la scienza dei greci
soffriva di gravi limitazioni: infatti, il metodo con cui essi studiavano i fenomeni
era assai meno efficiente di quello seguito dagli scienziati moderni. I fattori
che più condizionarono lo sviluppo della scienza nell'antica Grecia furono:
1)
La credenza che i fenomeni
naturali fossero semplici e che quindi dalla loro osservazione si potesse
risalire immediatamente alla giusta interpretazione. Pertanto, bisognava dare
grande affidamento alla percezione immediata che i nostri sensi danno di un
fenomeno, accontentarsi di una osservazione qualitativa dei fatti e fidarsi del
"senso comune" della realtà. La verità, invece, è che anche fenomeni
che sembrano banali, come la caduta di un oggetto, sono assai più complessi di
quanto non appaia a prima vista.
Es: Gli astronomi Greci assunsero che la Terra fosse immobile al centro dell'Universo perché osservando il cielo si è portati istintivamente a ritenere la Terra ferma mentre il Sole e gli altri corpi celesti le girano attorno.
2)
L'uso del solo ragionamento logico (teorico) per interpretare i
fenomeni.
Vale a dire che da un insieme di principi generali ritenuti veri, che non
richiedono dimostrazione, (assiomi o postulati) era possibile spiegare fenomeni
specifici senza tenere conto di come effettivamente essi si manifestano.
deduco
dal
generale
il particolare
(principi di verità assoluta) (tutte le possibili
conseguenze)
ragionamento
logico
Tale procedimento definito metodo deduttivo si era rivelato assai efficace nelle scienze
astratte come la filosofia, la matematica, la geometria ma ha gravi conseguenze
se viene trasferito in modo indiscriminato ad altri rami della conoscenza, come
nelle scienze della natura.
Es: Gli astronomi pensavano che la Terra fosse imperfetta e deteriorabile mentre i cieli fossero perfetti, immutabili e governati dalla volontà divina. Ora, poiché in geometria la curva perfetta era il cerchio, i greci ritenevano che così dovesse essere anche la traiettoria dei pianeti. Oppure, poiché le comete appaiono all'improvviso e cambiano continuamente aspetto venivano ritenuti fenomeni atmosferici cioè appartenenti alla Terra.
Uno degli spiriti più geniali del mondo greco fu Aristotele
(384-322 a.c.). La sua produzione scientifica fu imponente. Nelle 46
opere giunte fino a noi, egli si occupò di zoologia, botanica, fisica,
astronomia, mineralogia, recando ovunque un contributo che influenzò
profondamente il pensiero dell'umanità per più di 1500 anni. Nel Medioevo si
arrivò a pensare che il filosofo greco avesse già spiegato i fenomeni naturali
e che, quindi, ogni ulteriore ricerca fosse inutile. Ciò finì, così, col
rallentare il progresso della scienza. L'interesse per la natura rifiorì solo
nel Rinascimento quando Leonardo da Vinci (1452-1519) intuì, fra i primi, l'importanza
dell'esperienza. Fu però soprattutto Galileo
Galilei (1564-1642) che, applicando un nuovo metodo di indagine, detto metodo
sperimentale aprì nuovi orizzonti alla scienza. Per Galileo, come per gli
scienziati moderni, il solo ragionamento teorico non basta per svelare i
segreti della natura, perché bisogna provare con i fatti i nostri
ragionamenti: solo le idee che possono essere verificate hanno valore per la
scienza. In questo metodo di studio, detto anche induttivo, si parte dall'osservazione quantitativa e scrupolosa
dei fenomeni, anche marginali, e da questi si procede fino a formulare
enunciati di carattere generale.
induce (porta)
dal particolare al
generale
(dati) (leggi che
possono essere modificate
nel tempo con esperienze più raffinate)
esperienza +
ragionamento logico
Nota: A volte il verso della freccia può essere
invertito nel senso che è possibile prima prevedere una legge e trovarne
conferma mediante un'esperienza.
Il metodo sperimentale si fonda su almeno quattro fasi fondamentali:
1-Osservazione accurata cercando di eliminare tutti gli aspetti
non propri del fenomeno e che possono alterare il fenomeno stesso. Quindi non
soltanto l’osservazione 'ingenua' affidata ai sensi, ma anche, e soprattutto,
quella basata sull'uso degli strumenti: il telescopio, ovviamente, e subito
dopo il microscopio, il termometro, il barometro, l'orologio di precisione.
Questo consentì agli scienziati del Seicento di scoprire una enorme quantità di
realtà e fenomeni mai visti prima, spesso assolutamente sorprendenti ed
inaspettati: si pensi alle scoperte astronomiche di Galileo (crateri sulla
Luna, macchie sul Sole, satelliti di Giove).
2-Formulazione di una ipotesi del
fenomeno. Alle domande che nascono dalle osservazioni del fenomeno occorre dare
risposte "possibili" ( anche con l’aiuto delle informazioni già note)
che nascono dalla nostra intuizione e sono solo quindi ipotesi, che potrebbero
anche essere sbagliate.
3-Verifica sperimentale che si
realizza riproducendo il fenomeno nel
proprio laboratorio. Con strumenti appositamente costruiti prima si raccolgono
e poi si elaborano i dati relativi al fenomeno. Oggi nella fase di elaborazioni
ha un ruolo fondamentale il computer.
4-Elaborazione della teoria cioè dall’osservazione del fenomeno e dalle prove di laboratorio si estrapolano le caratteristiche fondamentali ossia le grandezze in gioco e, attraverso formule matematiche o leggi, si elabora una teoria che spieghi quel fenomeno. Una teoria rimane in vigore fino a quando nuove acquisizioni scientifiche non determinino una revisione della teoria stessa. E’ importante rilevare che la grande intuizione di Galileo fu quella di individuare nel linguaggio matematico il metodo più efficace per descrivere la natura. Tale linguaggio si contraddistingue per: chiarezza, precisione, sinteticità e universalità.
La chiesa contrastò la diffusione del metodo
scientifico perché non accettava altra spiegazione dell’ordine universale se
non quella offerta dalle Sacre scritture. La messa a punto di apparati di
controllo sulla produzione culturale come il Santo Uffizio, istituito nel 1542
(Controriforma) da papa Paolo III determinarono l’incriminazione di Galileo nel
1633 il quale non poté approfondire e diffondere i principi dell’astronomia
Copernicana.
La teoria della Terra che gira intorno al Sole,
sostituendo quella per cui finora l’universo girava intorno alla Terra, mutò
definitivamente l’antica posizione assegnata all’uomo dalla Provvidenza.
Infatti, appena la Terra non poté più considerarsi il centro dell’universo,
anche l’uomo cessò di essere il fine ultimo della creazione.
La nuova scienza e il mondo culturale.
Il metodo induttivo di Galileo era così fecondo di
risultati che venne adottato da tutta la comunità della ricerca determinando un'impressionante
sviluppo della scienza e della tecnologia. Le conoscenze scientifiche non
rivoluzionarono ( e non rivoluzionano) soltanto la scienza tradizionale,
imponendo un nuovo approccio intellettuale ed un inedito stile di lavoro, ma si
riversarono ( e si riversano) sull’insieme del mondo culturale, influenzando il
lavoro di artisti, architetti e letterati . Nascono nuove forme d'espressione dove primeggiano l'inquietudine, la
contraddittorietà, l'angoscia, insomma, tutto ciò che è in netto contrasto con
la prospettiva armoniosa e razionalistica del Rinascimento, dove era
indispensabile la ragione per conquistare la verità divina. Vediamo alcuni
esempi.
Pittura e scultura
Barocca.
Con la parola «barocco» si indica uno stile artistico che storicamente coincide
con l’arte prodotta dagli inizi del Seicento alla metà del Settecento. Si accusava il Barocco di
essere un'arte troppo pesante e senza altri contenuti che la frivolità
estetica, fatta di inutili eccentrici, eccessivi, fantasiosi, bizzarri ornamenti, quasi come una
beffa alla sobria eleganza dell'arte rinascimentale.
In realtà è
anche un'estetica basata sulla bellezza del movimento e sull'armonia. Dove la pittura
barocca assume
caratteri più originali è nella decorazione delle volte. Il motivo è presto
detto: sotto le volte si poteva creare effetti illusionistici di maggiore
spettacolarità. Il prototipo di queste volte è quella realizzata nel 1639 da
Pietro da Cortona per il salone di Palazzo Barberini a Roma. Su una base di finte membrature
architettoniche, inserisce una quantità notevole di figure ed immagini senza
rispettare in alcun modo le cornici da lui stesso fissate. Ne scaturisce un
risultato che ha dell’incredibile. Lo spettatore non riesce in alcun modo a
cogliere l’intera immagine con un solo colpo d’occhio: mentre mette a fuoco un
particolare, ha la sensazione che tutto il resto gli crolli addosso. E così si
finisce per passare da un punto all’altro con una sensazione di stordimento per
l’eccessiva complessità dell’immagine. Anche in questo caso l’arte barocca
raggiunge pienamente il suo scopo, che è quello di sbalordire grazie ad un
illusionismo ottico che non ci fa più distinguere la realtà dalla finzione.
Il “Realismo” di Caravaggio. Caravaggio (1571-1610), offrì,
un contributo notevole al rinnovamento del linguaggio pittorico,
rappresentando con fedeltà “fotografica” gli oggetti e le persone, raccontati
pittoricamente nella loro semplice ed irriducibile essenza naturale, senza
faticosi appesantimenti allegorici. Nel quadro “Bacco”, la natura rigogliosa
è descritta in modo così vicino al vero da farci riconoscere il dettaglio di
un frutto lievemente ammaccato o troppo maturo o di una foglia che comincia
ad avvizzire. Caravaggio, indagando le forme della natura,
descrive la caducità delle cose terrene e apre gli occhi ai suoi successori
sul mondo degli oggetto quotidiani, fino a quel momento relegati a una
produzione di genere minore qual era considerata la natura morta. |
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Nell'Apollo e Dafne del Bernini le figure sono rappresentate
nel momento in cui la ninfa Dafne si tramuta in albero. Si avverte la
sensazione del movimento nello spazio delle figure accentuata dalle pieghe
delle vesti, dalle foglie dell'albero che paiono investiti dal vento. |
ARCHITETTURA BAROCCA. Mentre l’architetto rinascimentale cercava la
bellezza nella giusta proporzionalità delle parti dell’edificio, che quindi
risultava gradevole all’occhio per il senso di armonia che suscitava,
l’architetto barocco, invece, non cercava un senso di pacato e sereno
godimento estetico, ma cercava di stupire, di suscitare una reazione forte di
meraviglia. E per far ciò ricorreva alla decorazione eccessiva e fantasiosa,
che creasse così un effetto di ricchezza e preziosità. Gli architetti
barocchi, piuttosto che modificare gli spazi urbani in funzione dell’edificio
che andavano a progettare, preferirono adattare quest’ultimo al contesto,
inserendolo senza forzature eccessive. Il rinascimento aveva idealmente adottato
come propria cifra stilistica il cerchio, che appariva la figura geometrica
più perfetta ed armoniosa. Altre linee curve erano considerate irrazionali o
bizzarre. Il barocco, invece, preferiva curvature più complesse, quali
ellissi, parabole, iperboli, spirali e così via. E queste curve non erano mai
esibite in modo esplicito, ma erano ulteriormente complicate da intersezioni
o sovrapposizioni, così che risultassero quasi indecifrabili |
Architetto barocco di rilevo fu Borromini. La cupola della figura,
che si trova nella chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, è ornata
da un motivo di croci, esagoni ed ottagoni che formano un complesso disegno. |
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LINGUA. Galileo e
i suoi seguaci operarono una rottura con la tradizione precedente, adottando
il volgare al posto del latino.
L'uso del volgare al posto del latino come lingua della scienza, permette a
Galileo di esprimere in modo più chiaro e diretto le sue teorie e l'uso del
dialogo contribuisce a rendere l'argomentazione più aperta e a far sì che non
ci sia nulla di certo.
MUSICA. In ambito musicale il personaggio che dà il maggiore
contributo nel corso del tardo Barocco è Antonio Vivaldi. La musica barocca ha lo scopo di esprimere i sentimenti
e le sensazioni che si manifestano anche nel campo letterario e figurativo.
Infatti ha la capacità di trasmettere all'ascoltatore il senso dell'armonia,
dell'allegria, della malinconia, dei movimenti. L'intento è quello di
sorprendere l'ascoltatore e di accrescere in lui l'immaginazione e la fantasia.
Dalle note del testo musicale si riescono a percepire le parole degli eventuali
sonetti e i suoni onomatopeici, come il trillo degli uccellini oppure un
pizzicato che evoca la caduta dei fiocchi di neve ed un senso di solitudine e
malinconia.
Nel
seguente sito è possibile scaricare alcuni brani delle “Quattro stagioni di
Vivaldi”
http://w3.rz-berlin.mpg.de/cmp/vivaldi_op8_1to4_four_seasons.html